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Contraffazione e pirateria – Studio MISE-UNICRI “Protection of Intellectual Property Rights in the Euro-Mediterranean Area: Focus on the Agro-Food Sector”

Si segnala uno studio con cui l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con lo “United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute” (UNICRI), ha comparato il quadro normativo anti-contraffazione nell’area euro-mediterranea, con un focus speciale sul settore agroalimentare.

Lo studio evidenza come la contraffazione e la pirateria siano fenomeni in forte crescita nell’attuale congiuntura dell’economia globale e abbiamo assunto dimensioni tali da determinare significative conseguenze sia sul piano economico che a livello sociale. La contraffazione e la pirateria su ampia scala cagionano ingenti pregiudizi ai titolari di diritti di proprietà intellettuale in termini di mancate vendite, perdita di reputazione e immagine sui mercati nazionali e globali, altera le normali dinamiche concorrenziali attraverso la creazione di un vantaggio competitivo ingiusto a favore del contraffattore e ha un costo sociale significativo in termini di riduzione dei posti di lavoro, sia nella produzione e distribuzione che nelle attività di ricerca, innovazione e sviluppo. Tra le più gravi conseguenze in termini di impatto sociale, spicca tuttavia il ruolo svolto nei flussi internazionali di contraffazione da parte dalle organizzazioni criminali transnazionali attive in varie aree del globo, che ricorrono alla imitazione e riproduzione di beni contraffatti al fine di approvvigionarsi di fondi, reperire risorse da reinvestire o riciclare i proventi scaturenti dalle attività illecite. La mancanza di controlli sui prodotti contraffatti pone inoltre un problema di rispetto di standards minimi in materia di igiene, sanità, sicurezza e determina seri rischi per la salute dei consumatori.

Ogni anno, secondo un recente studio dell’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale (EUIPO), a livello europeo si perdono € 83 mld e 800.000 posti di lavoro per l’effetto della contraffazione e della pirateria. In Italia, secondo il Censis, nel solo 2015 il volume d’affari della contraffazione e’ stato pari a circa € 7 mld (+4.4% rispetto al 2012). Se le produzioni illecite venissero sottratte al mercato nero e venissero riassorbite nel mercato legale, si determinerebbe un incremento della produzione pari a circa € 18,6 mld e si otterrebbero tra i 100.000 e i 300.00 nuovi posti di lavoro, con un aumento delle entrate per il fisco di circa € 5,7 mld fra tasse dirette e indirette.

Lo studio è disponibile sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico in lingua italiana ed in lingua inglese.