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Ricordando Giulio Regeni. Ad un anno dalla scomparsa il Ministro degli Esteri ricorda la figura del giovane ricercatore

regeni fotone

Ad un anno dalla sua scomparsa, avvenuta al Cairo nel giorno in cui l’Egitto ricordava la rivoluzione, la tragica morte di Giulio Regeni è ancora una ferita aperta, non solo per la sua famiglia, a cui va il nostro pensiero, ma per tutto il nostro Paese.

La ricerca della verità non è un fatto privato ma, al contrario, un’esigenza collettiva che l’Italia, fin dal primo giorno, ha mostrato di esigere con forza e non smetterà di cercare.

La Farnesina è vicina con affetto alla famiglia Regeni, la cui forza e determinazione sono un esempio straordinario di amore per la vita, lo stesso che hanno trasmesso al loro figlio Giulio.

Il Dottor Giulio Regeni era un giovane ricercatore, brillante, colto, tenace. Era dotato di una intelligenza viva, di orecchio per le lingue straniere che parlava con grande padronanza, e di una innata curiosità per il mondo. La sua era una inclinazione naturale, un tratto del suo carattere affinatosi nel tempo, sin da quando, al liceo, aveva frequentato il Collegio del Mondo Unito, a Duino, insieme a ragazzi provenienti da Paesi e culture diverse.

Così Giulio era partito per il mondo, che era la sua casa, come casa era Fiumicello, dove ritrovava la famiglia e gli amici di tutta la vita con i quali si confrontava e ai quali si raccontava, al ritorno dai suoi viaggi. Li ricaricava le sue energie. I genitori e gli amici lo descrivono come un giovane uomo del nostro tempo, che come molti altri suoi coetanei, è cresciuto sapendo che le frontiere più difficili da abbattere sono quelle che ci portiamo nella mente e nel cuore. Per Giulio Regeni il mondo era un posto da conoscere e soprattutto da capire. Se non capisci il mondo, come fai a cambiarlo?

Ecco perché il dolore privato di una famiglia si trasforma in un fatto pubblico, perché la tragica morte di quel giovane uomo, di quel ricercatore brillante, di quell’idealista che aveva in mente tanti progetti, priva tutti noi di un cuore generoso che avrebbe potuto fare molto per gli altri.

Angelino Alfano