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Oggi, 17 luglio, si celebra “la Giornata della Giustizia Penale Internazionale”: messaggio del ministro degli esteri Federica Mogherini

Dopo decenni di genocidi impuniti, nel 1998 fu compiuto un passo coraggioso nella ricerca della verità e della giustizia: la creazione della Corte penale internazionale. E sono orgogliosa di ricordare che proprio a Roma, il 17 luglio di sedici anni fa, fu adottato lo statuto della Corte. Se dunque oggi, in Italia come in tanti altri paesi del mondo, celebriamo la giornata della Giustizia Penale Internazionale è in omaggio a quell’atto storico. Ma non solo. Con questa giornata, vogliamo confermare e anzi rafforzare il nostro sostegno alla giurisdizione penale internazionale.

Purtroppo, il mondo è ancora attraversato da conflitti, violenze, persecuzioni che meritano una reazione sempre più forte ed efficace della comunità. Prima di tutto cercando di prevenire, con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione. Poi per spegnere i tanti focolai già accesi, per fermare le guerre, per provare a salvare ogni vita umana minacciata. E infine per accertare e punire, senza mai chiudere gli occhi, le responsabilità di tutti coloro che hanno compiuto atrocità che il diritto internazionale riconosce e condanna come atti di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità.

Abbiamo alle spalle un percorso lungo e spesso faticoso: dopo i processi dei Tribunali militari internazionali di Norimberga e Tokyo del 1945-48, abbiamo dovuto attendere decenni per compiere passi in avanti nell’affermazione della responsabilità penale individuale nei crimini internazionali. Solo dopo i drammi nella ex Jugoslavia e in Ruanda all’inizio degli anni ’90, la comunità internazionale, con l’iniziativa del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, decise di istituire i due Tribunali per punire i crimini commessi durante quei conflitti.

Allora crebbe anche una forte spinta dell’opinione pubblica mondiale per la creazione di una Corte Penale Internazionale permanente, istituita in via preventiva e chiamata a giudicare i crimini più gravi e odiosi, da chiunque commessi, in qualsiasi parte del mondo.

Proprio a Roma dunque, nella stessa città in cui nel 1957 erano stati firmati i trattati europei, nel 1998 è nato lo Statuto della Corte Penale Internazionale, immaginato come uno straordinario strumento di promozione della pace, di prevenzione dei conflitti, di tutela delle vittime, di deterrenza di crimini che non possono e non devono godere di alcuna impunità. Ma dietro a quell’atto formale c’è stata una vera rivoluzione culturale, con la decisione di affermare e radicare nelle coscienze degli uomini e nelle relazioni tra Stati i principi della legalità e della responsabilità penale internazionale.

Dall’insediamento formale il 1 luglio 2002, sono cresciute passo dopo passo l’autorità e credibilità della Corte, e il numero dei Paesi che ne hanno ratificato lo Statuto, a oggi 122.

L’Italia ha avuto un ruolo molto importante sin dall’inizio del processo di istituzione della Corte nell’affermazione dei principi del diritto penale internazionale e nel rifiuto dell’impunità per i crimini internazionali. Di recente, il Parlamento italiano ha dato attuazione allo Statuto di Roma, con modifiche del nostro ordinamento interno che consentiranno la piena collaborazione del nostro Paese con la Corte Penale Internazionale. Solo una giustizia penale internazionale che sia frutto di un processo di codificazione largamente riconosciuto e condiviso, e che sia amministrata da un organismo giudiziario indipendente e imparziale, può assicurare una giurisdizione in materia di crimini internazionali sempre più efficace.

Vogliamo che il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea sia un’occasione anche su questo terreno, per sollecitate tutti i paesi europei a un impegno rinnovato e concreto sul terreno della promozione dei diritti umani, della giustizia penale internazionale e dei principi cui essa si ispira.

In questa prospettiva abbiamo costituito nei giorni scorsi una task-force al Ministero degli Esteri, con la partecipazione di importanti organizzazioni della società civile, per coordinare l’azione italiana per una moratoria universale della pena di morte. In occasione della prossima sessione dei lavori dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a dicembre, l’Italia e l’Unione Europea promuoveranno l’adozione di una nuova risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni capitali; da qui ad allora, vogliamo sensibilizzare i governi e le opinioni pubbliche dei Paesi in cui la pena di morte è ancora in vigore, e provare ad aumentare il consenso nella comunità internazionale attorno a questa iniziativa, rispetto alle quattro votazioni già svolte dal 2007 in poi su iniziativa del nostro Paese.

La Giornata della giustizia internazionale penale ha molto a che vedere con tutto questo: oltre a celebrare gli importanti risultati raggiunti fin qui, ci offre l’opportunità di rinnovare e rilanciare l’impegno quotidiano dell’Italia, delle sue istituzioni e delle tante organizzazioni della società civile per affermare i principi universali di rispetto della dignità umana, di tutela dei diritti fondamentali, di promozione di una giurisdizione penale internazionale al servizio della prevenzione dei crimini, dell’accertamento delle responsabilità contro ogni impunità, della tutela delle vittime, in ogni parte del mondo.

Con questo spirito, ho rinnovato quest’anno la tradizione di esporre oggi alla Farnesina, accanto a quelle dell’Italia e dell’Unione Europea, anche la bandiera della Corte Penale Internazionale.

Sito Internet della Corte Penale Internazionale